5 specie aliene e il cambiamento inarrestabile nei mari di Sicilia

Le specie aliene, o specie non native della Sicilia in questo caso, sono organismi introdotti in un nuovo ambiente dove non si trovavano originariamente. Queste invasioni avvengono spesso a causa dell’attività umana. Nei mari della Sicilia, alcune di queste specie stanno causando notevoli impatti ecologici. Ecco cinque esempi di specie marine aliene che stanno invadendo i mari siciliani ed anche il Mediterraneo più in generale:

Lagocephalus sceleratus: Una minaccia silenziosa per il Mediterraneo

Lagocephalus sceleratus il pesce palla invasivo in Sicilia.

Biologia del Lagocephalus sceleratus

Il Lagocephalus sceleratus, comunemente noto come pesce palla argenteo o pesce palla maculato, è una specie appartenente alla famiglia Tetraodontidae. Questa specie è originaria dell’Oceano Indiano e del Pacifico, ma ha trovato un nuovo habitat nel Mar Mediterraneo. Il pesce palla argenteo è facilmente riconoscibile grazie alla sua forma allungata, il corpo argentato con macchie scure e la capacità di aspirare acqua per gonfiarsi e difendersi dai predatori. Può raggiungere fino ai 40 centimetri. Una delle caratteristiche distintive di questa specie è la presenza di una potente neurotossina chiamata tetrodotossina, contenuta nei suoi organi interni, pelle e muscoli, che rende il pesce estremamente velenoso se ingerito.

Invasione in Sicilia

Il Lagocephalus sceleratus è apparso per la prima volta nelle acque del Mediterraneo nei primi anni 2000, attraverso il Canale di Suez. La migrazione dal Mar Rosso al Mediterraneo prende il nome di migrazione lessepsiana ed è avvenuta sia per questo pesce che per altre specie aliene. Da allora, ha progressivamente esteso il suo habitat, raggiungendo le coste della Sicilia intorno al 2010. La rapida espansione di questa specie invasiva è facilitata dalla sua elevata capacità di adattamento e dalla mancanza di predatori naturali nel nuovo ambiente.

Pericoli per l’ambiente

L’invasione del Lagocephalus sceleratus rappresenta una seria minaccia per l’ecosistema marino del Mediterraneo e per la sicurezza umana. I principali pericoli associati a questa specie invasiva includono:

Impatto sulla biodiversità 

Il pesce palla argenteo compete con le specie autoctone per le risorse alimentari, alterando gli equilibri ecologici locali. La sua dieta onnivora, che include pesci, crostacei e molluschi, può portare a una diminuzione delle popolazioni di queste specie, con effetti a catena sull’intero ecosistema marino.

Rischio per la Salute Umana 

La presenza di tetrodotossina rende il Lagocephalus sceleratus estremamente pericoloso per il consumo umano. Questa neurotossina può causare gravi intossicazioni e, in alcuni casi, risultare letale. Nonostante i divieti di pesca e vendita di questa specie, il rischio di avvelenamento accidentale rimane elevato, soprattutto tra i pescatori e i consumatori non consapevoli.

Caulerpa cylindracea: Una minaccia verde per il Mediterraneo

Caulerpa cylindracea
L’infestante alga Caulerpa cylindracea.

Biologia di Caulerpa cylindracea

Caulerpa cylindracea, conosciuta anche come Caulerpa racemosa var. cylindracea, è un’alga verde appartenente alla famiglia delle Caulerpaceae ed è una delle specie aliene più invasive. Originaria delle acque tropicali e subtropicali dell’Oceano Indiano e Pacifico, questa specie ha trovato un nuovo habitat nel Mar Mediterraneo. Caulerpa cylindracea si caratterizza per i suoi talli cilindrici e ramificati, con fronde simili a grappoli d’uva. È una specie altamente invasiva, in grado di colonizzare rapidamente nuovi ambienti grazie alla sua crescita rapida e alla capacità di riprodursi sia sessualmente che asessualmente.

Invasione in Sicilia

Caulerpa cylindracea è stata segnalata per la prima volta nelle acque del Mediterraneo nei primi anni ’90. Si ritiene che sia stata introdotta accidentalmente tramite le acque di zavorra delle navi o attraverso il commercio di acquari. La sua presenza in Sicilia è stata documentata per la prima volta nel 1993. Da allora, l’alga si è diffusa ampiamente lungo le coste dell’isola, colonizzando habitat marini sia naturali che artificiali.

Pericoli per l’ambiente

Anche l’invasione di Caulerpa cylindracea, tra le tante specie aliene, rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi marini Mediterranei. I pericoli associati a questa specie invasiva sono:

Impatto sulla biodiversità

Caulerpa cylindracea forma densi tappeti che ricoprono il fondale marino, soffocando le specie autoctone di alghe e piante marine. Questa competizione per lo spazio e le risorse porta alla diminuzione della biodiversità locale, con effetti negativi sugli habitat marini, come le praterie di Posidonia oceanica, che sono cruciali per molte specie marine.

Alterazione degli ecosistemi

L’invasione di Caulerpa cylindracea può alterare significativamente la struttura e il funzionamento degli ecosistemi marini. L’alga modifica il ciclo dei nutrienti e influisce negativamente sulla qualità dell’acqua, creando condizioni sfavorevoli per molte specie marine, inclusi i pesci e gli invertebrati.

Callinectes sapidus: Il granchio blu che minaccia le acque siciliane

Il granchio blu Callinectes sapidus, un'altra delle specie aliene nelle nostre acque.
Il granchio blu Callinectes sapidus, un’altra delle specie aliene nelle nostre acque.

Biologia di Callinectes sapidus

Callinectes sapidus, comunemente noto come granchio blu, è una specie di crostaceo decapode appartenente alla famiglia Portunidae. Originario della costa atlantica dell’America del Nord, questo granchio è facilmente riconoscibile grazie al suo carapace largo e appiattito di colore blu-verdastro e alle sue chele blu brillanti. La dimensione massima che può raggiungere è intorno ai 20 cm con i maschi leggermente più grandi delle femmine. Il granchio blu è una specie onnivora e opportunista, che si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui pesci, molluschi, altri crostacei e detriti organici. È noto per la sua rapidità nel nuoto e la sua abilità nel scavare nel sedimento per cercare cibo o sfuggire ai predatori. Ha una dieta onnivora, si ciba di materiale vegetale, di pesci, di molluschi gasteropodi e bivalvi nonché di altri granchi.

Invasione in Sicilia

Callinectes sapidus è stato avvistato per la prima volta nelle acque siciliane all’inizio degli anni 2000. Il granchio blu è comunque una di quelle specie aliene che stanno invadendo le acque di tutta l’italia già dal 1949 quando fu trovato nella laguna di Venezia. Si ritiene che l’introduzione di questa specie nelle acque del Mediterraneo sia avvenuta accidentalmente attraverso le acque di zavorra delle navi o tramite il trasporto di larve nelle correnti oceaniche. Da allora, il granchio blu ha colonizzato diverse aree costiere dell’Italia e della Sicilia, trovando condizioni ambientali favorevoli alla sua proliferazione, fino ad oggi dove è presente in tutti gli ambienti del mediterraneo ed entra anche nei fiumi per quasi 10 km.

Pericoli per l’ambiente

Come per le altre specie aliene di cui stiamo parlando, l’invasione di Callinectes sapidus rappresenta una minaccia grave, ma nel suo caso lo è in modo diretto per gli altri granchi che coabitano negli stessi ecosistemi marini del Mediterraneo e per l’economia locale. Infatti i principali pericoli associati a questa specie invasiva sono:

Impatto sulla biodiversità

Il granchio blu è un predatore vorace che può ridurre significativamente le popolazioni di specie autoctone, tra cui molluschi, altri crostacei e piccoli pesci. Questa predazione intensa può portare a una diminuzione della biodiversità locale e alterare gli equilibri ecologici degli habitat marini.

Competizione con specie autoctone

Callinectes sapidus compete con altre specie di granchi e crostacei autoctoni per il cibo e lo spazio. Essendo più forte e resistente questa competizione può portare alla diminuzione delle popolazioni di specie indigene, con conseguenze negative per l’ecosistema marino.

Rhopilema nomadica: Una medusa invasiva nelle acque siciliane

la grande medusa Rhopilema nomadica.
la grande medusa Rhopilema nomadica.

Biologia di Rhopilema nomadica

Rhopilema nomadica, conosciuta anche come medusa nomade, è una specie di medusa appartenente alla famiglia Rhizostomatidae coma il Polmone di mare comune nei nostri mari. Originaria dell’Oceano Indiano, del Pacifico occidentale e del Mar Rosso, questa medusa è facilmente riconoscibile per il suo grande corpo a forma di campana. Può raggiungere i 60 cm di diametro, i 10 kg di peso e i suoi tentacoli sono lunghi e numerosi. Rhopilema nomadica si distingue per il colore traslucido che ce la fa apparire completamente bianca, anche se può avere tonalità bluastre o marroni. Questa specie si nutre di plancton, piccoli pesci e altri organismi marini, che cattura con i suoi tentacoli urticanti.

Invasione in Sicilia

Rhopilema nomadica è stata avvistata per la prima volta nel Mar Mediterraneo negli anni ’70, probabilmente introdotta attraverso il Canale di Suez. La sua presenza nelle acque siciliane è stata segnalata a partire dagli anni 2000. Da allora, la medusa nomade ha mostrato una notevole capacità di adattamento, colonizzando diverse aree del Mediterraneo, incluse le coste della Sicilia.

Pericoli per l’ambiente

L’aumento degli esemplari di Rhopilema nomadica rappresenta una seria minaccia, oltre che per gli ecosistemi marini del Mediterraneo, anche per le attività umane. I pericoli portati da questa specie invasiva includono:

Impatto sull’ecosistema marino

Rhopilema nomadica è un predatore vorace che può alterare significativamente le catene alimentari marine. La sua dieta a base di plancton e piccoli organismi marini può ridurre le popolazioni di queste specie, con conseguenze negative per l’intero ecosistema marino, inclusi i pesci che dipendono dal plancton come fonte di cibo.

Pericolo per i bagnanti

I tentacoli urticanti di Rhopilema nomadica rappresentano un rischio per i bagnanti e gli operatori marittimi. Le punture di questa medusa possono causare reazioni dolorose e, in alcuni casi, gravi reazioni allergiche che richiedono assistenza medica. La presenza di grandi numeri di meduse nelle aree balneari può inoltre scoraggiare il turismo marino.

Crepidula fornicata: Una patella tra le specie aliene

La patella americana Crepidula fornicata.
La patella americana Crepidula fornicata.

Biologia di Crepidula fornicata

Crepidula fornicata, comunemente nota come patella americana o lumaca a coppa, è un mollusco marino appartenente alla famiglia Calyptraeidae. Originaria delle coste atlantiche del Nord America, questa specie è facilmente riconoscibile per la sua conchiglia a forma di coppa o di semicerchio, che può raggiungere i 5 cm di lunghezza. Crepidula fornicata vive in colonie, con individui sovrapposti l’uno sull’altro, formando catene. Si tratta di una specie ermafrodita protandrica, il che significa che gli individui iniziano la loro vita come maschi e successivamente si trasformano in femmine. Questa lumaca si nutre filtrando il plancton e le particelle organiche dall’acqua.

Invasione in Sicilia

Crepidula fornicata è stata introdotta accidentalmente in Europa nel XIX secolo, presumibilmente attraverso il trasporto marittimo e le pratiche di acquacoltura. La sua presenza nel Mar Mediterraneo è stata documentata a partire dagli anni ’60, con avvistamenti nelle acque siciliane risalenti agli ultimi decenni. Questa specie ha mostrato una grande capacità di adattamento e colonizzazione, stabilendosi in diverse aree costiere del Mediterraneo.

Pericoli per l’ambiente

La distribuzione di Crepidula fornicata nei mari nostrani rappresenta ovviamente una minaccia per gli ecosistemi marini. questi pericoli sono:

Impatto sulla biodiversità

Crepidula fornicata può formare dense colonie che coprono il fondale marino, soffocando le specie autoctone di molluschi e alghe. Questa competizione per lo spazio e le risorse può portare a una diminuzione della biodiversità locale, alterando gli equilibri ecologici degli habitat marini.

Alterazione degli habitat

La presenza di colonie di Crepidula fornicata può modificare la struttura del substrato marino, rendendo difficile per altre specie stabilirsi e sopravvivere. Le sue colonie possono impedire il reclutamento di specie commercialmente importanti, come le ostriche e i mitili, compromettendo le pratiche di acquacoltura.

Conclusioni

Queste specie aliene rappresentano alcune delle maggiori sfide per la conservazione degli ecosistemi marini e per l’economia delle aree costiere del Mediterraneo. È essenziale adottare misure di controllo e gestione per limitare la diffusione di queste specie invasive e mitigare i loro impatti negativi. La collaborazione tra scienziati, autorità locali e operatori del settore della pesca e dell’acquacoltura sarà cruciale per proteggere la biodiversità marina e garantire la sostenibilità delle risorse marine nelle acque siciliane e mediterranee.

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