Conoscete il Punteruolo rosso della palma? Ci avete avuto a che fare? Se la risposta è un si, probabilmente non lo trovate simpatico e sappiamo anche perché. Ma sarà vero che questo insetto è migrato qui per distruggere tutte le nostre palme nei giardini, nei viali e nelle piazze delle città? In questo articolo scopriremo che il punteruolo fa semplicemente quello che ha sempre fatto in natura per sopravvivere.
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Per capire la direzione che prenderà la nostra trattazione bisogna valutare la provenienza delle palme che vengono parassitate dal punteruolo rosso. Le palme in questione provengono tutte da paesi extraeuropei, questo perché la palma non è una pianta che si trova in natura nella flora originaria delle nostre zone. Sono tutte piante che si trovano ormai abitualmente nei nostri paesi perché importate.
Distruttore di palme
Il Rhynchophorus ferrugineus non fa altro che parassitare delle piante che erano presenti nel suo ambiente originale mentre l’unica palma che riesce a difendersi da questo coleottero è la palma nana. Questa palma è endemica del nostro territorio, italiana, siciliana, ed è l’unica in grado di secernere una sostanza gommosa che impedisce in qualche modo lo sviluppo delle larve di questo insetto. Con questo non vogliamo dire che sia totalmente immune al parassitismo del punteruolo ma sottolineare invece come quest’unica palma originaria del nostro territorio è l’unica che riesce in qualche modo a difendersi bene senza aiuti esterni.
La natura del punteruolo rosso
Perché ce l’abbiamo così tanto con il Rhynchophorus ferrugineus, e soprattutto perché c’è stata questa invasione? Cominciamo col descrivere il punteruolo rosso della palma. Si tratta di un coleottero curculionide dalla livrea inconfondibile data dal suo colore rosso ruggine. Coleottero in grado di volare, lungo fino a 45 mm e dotato di un lungo rostro ricurvo. La sua terra originaria è la Malesia, dove gli agricoltori hanno molti problemi a causa sua nelle coltivazioni della palma da cocco.
I gravissimi danni alle coltivazioni di cocco sono dovute al fatto che lui abitualmente parassita la palma da cocco e al fatto che vengano proprio fatte queste coltivazioni in modo intensivo nel territorio dov’è più presente. Ovviamente lo sfruttamento così massiccio del territorio comporta il rischio rappresentato da tutte le conseguenze del caso: infestazioni da malattie delle piante o, come in questo caso, da parassiti.
Si tratta di una situazione inevitabile in quanto il parassitismo della palma serve allo sviluppo biologico del punteruolo. Le femmine di Rhynchophorus ferrugineus vanno a deporre le uova nella palma alla base del rachide fogliare o all’interno di ferite sul tronco della pianta. Le larve, una volta nate, iniziano a scavare verso l’interno perché hanno bisogno di nutrienti che trovano nelle parti molli della pianta. Questo comporta come primo sintomo l’ingiallimento e il successivo distaccamento delle foglie. A quel punto la palma è a rischio caduta proprio perché all’interno si sarà svuotata.
Com’è arrivato in Italia
Arriviamo ora a rispondere alla domanda: come è arrivato questo benedetto Rhynchophorus ferrugineus in Italia? Nell’immaginario collettivo questo animale, come un migrante, parte dalla Malesia e viene qui a parassitare le nostre piante. La realtà invece non è andata proprio così. Ad oggi sappiamo esattamente qual’è il vivaio in Italia dove è scoppiata la prima infestazione che, guarda caso, è scoppiata in piante da cocco.
Ciò che è successo è che hanno importato delle palme dai territori originari del punteruolo rosso ed erano già infettate dalle larve dello stesso. Quindi non ha preso l’iniziativa lui per venire qui da noi ma ce lo siamo portati da soli in casa. Oggi ne piangiamo le conseguenze.
C’è stato, e c’è tutt’ora, uno sforzo per debellare il punteruolo rosso. Nel febbraio del 2011 era entrato in vigore una legge per il combattimento obbligatorio del punteruolo rosso a livello nazionale appoggiata dalla comunità europea, rendendo la “guerra all’invasore” una questione di legge. Ci si è resi conto dell’impossibilità di questa operazione e presto abbiamo constatato che oramai il punteruolo rosso si è ampiamente diffuso nel nostro territorio diventando endemico. Anche se nel 2018 questa legge è stata abolita, in tanti comuni italiani ci sono comunque delle disposizioni in merito da conoscere e sapere rispettate.
Dalla parte del punteruolo rosso
Vedendola dal punto di vista del punteruolo rosso quindi non avremmo nulla da condannargli. Si trova catapultato in un mondo che non è il suo e semplicemente cerca di fare ciò che ha sempre fatto: sopravvivere. Detto questo vale sempre l’invito all’osservazione perché, come tanti coleotteri, ha le sue peculiarità, le sue caratteristiche e merita considerazione, merita di essere osservato essendo, sotto certi aspetti, anche bello da vedere e da fotografare, soprattutto se siete appassionati di fotografia macro.
Spesso dimentichiamo ciò che la natura è: un meccanismo equilibrato perfetto che ritrova in qualche modo, dolce o brutale, la sua perfezione. La natura riprende i suoi spazi quando gli dai l’occasione e va sempre a riprendersi il suo equilibrio; Tende sempre a ristabilire l’equilibrio.
Perciò, quando importi un organismo, che sia animale o che sia una pianta, ti porti dietro tutta una serie di conseguenze e tutta una carrellata di cose. Nel momento in cui importi una palma in un punto qualunque del pianeta terra, devi essere consapevole del fatto che prima o poi potranno arrivare i parassiti di questa palma (così come nel caso di animali potrebbero arrivare invece i loro predatori). Se cambi la composizione dell’ambiente, la natura reagirà ed equilibrerà.
Il punteruolo rosso non sarà certo il più simpatico tra gli animali ma come team MNature abbiamo pensato di ritagliargli un giusto spazio tra le specie che trattiamo.