La Sicilia ancora una volta si dimostra uno scrigno di biodiversità dal quale escono fuori dei diamanti veramente rari e in questo articolo parleremo di quattro specie: una pianta, un serpente, una lucertola (anche se meglio dire un gruppo di lucertole), e un uccello.
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Partiamo subito con la pianta: si tratta di un’orchidea rarissima, unica e si chiama Leopoldia gussonei.
Un fiore unico in Sicilia
La Leopoldia gussonei si trova solo in Sicilia e solamente in sette località, quattro delle quali si trovano nell’area di Gela e tre nei pressi della cittadina di Vittoria. Nei pressi di Gela la troviamo a Poggio Arena, Santa Lucia, contrada Mignechi e soprattutto alla riserva naturale orientata lago Biviere di Gela. L’ho tenuto per ultimo perché in questo lago, che è un oasi Lipu, oltre poter ammirare le varie specie stanziali e svernanti che formano una biodiversità ampissima, c’è un progetto di conservazione di questo fiore rarissimo e potreste andarlo ad ammirare quando è il periodo della fioritura a metà Aprile. Per completare il discorso citiamo anche le località vicino Vittoria nelle quali è possibile trovarla: Passo Marinaro, Cava Randello e la riserva naturale orientata del Pino d’Aleppo. Si riconosce per la caratteristica fioritura con piccoli fiori gialli ed è possibile trovarla in luoghi protetti dal vento nei pressi di dune sabbiose soprattutto in presenza di substrati duri.
Purtroppo è una specie ad altissimo rischio di estinzione perché il suo ambiente naturale viene minacciato dal continuo espandersi delle serre che vanno mangiando l’areale già minimo in cui questo fiore esiste. Considerando che essa ha origine in Magreb e rappresenta un eredità dell’antica flora del blocco continentale africano che forma questa parte della Sicilia e si è selezionata fino a formare questa specie isolata e unica, capiamo bene quanto sia importante salvaguardarla. Fortunatamente esiste questo progetto di conservazione ma il numero di esemplari di questo fiore rischia di ridursi. Vi invito di nuovo ad andare specialmente al lago Biviere di Gela ad ammirarla e magari fotografarla prima che purtroppo, come tante altre specie, diventi troppo tardi.
La seconda specie di cui volevo parlarvi è un serpente, il che ci porta a parlare di miti… Anche se non è certo il caso della leggendaria Culovia! Stiamo parlando di un boa.
Un boa in Sicilia
In Sicilia c’è la presenza del Boa delle sabbie, che è l’unico rappresentante della famiglia dei boidi presente in Europa. Non è presente solo in Sicilia ma la curiosità sta nel fatto che in Sicilia è rarissimo ed era appunto considerato fino a poco tempo fa una leggenda perché si segnalavano avvistamenti ma non era mai stato documentato in modo che ci fossero delle prove tangibili della sua presenza a testimoniarlo. Ha un areale ristretto a 40 chilometri circoscritto a Licata, specialmente nella piana alluvionale attorno alle sponde del fiume Salso. Sono stati fatti dei video in anni recenti, grazie ai quali è stata fornita prova visiva della sua presenza. Nel 2015 gli studiosi sono riusciti ad esaminarne sei esemplari, tre dei quali sono stati catturati per studiarli dal vivo. La curiosità su questo serpente spinge a cercare di capire il perché della sua presenza, dato che non si tratta di una specie autoctona.
Questo ci porta a fare un discorso storico e culturale dato che il motivo della sua presenza è attribuito con molta probabilità ai greci. Chi studia storia sa che questa zona della Sicilia è stata conquistata dai greci che avevano l’abitudine di usare questi serpenti proiettile, insieme ad altre specie, per cercare di terrorizzare i nemici che li attaccavano. Questi serpenti venivano usati come proiettili lanciati sulle navi in avvicinamento per poter fare spaventare e confondere i nemici. Si pensa inoltre che questa specie di serpente venisse allevata e usata dai greci per alcuni rituali particolari che avevano a che fare con le loro credenze religiose.
Se volete saperne di più, nel 2015 sulla rivista Acta Herpetologica, Gianni Insacco, direttore del museo di storia naturale di Comiso, insieme ad altri, hanno pubblicato questo articolo https://oaj.fupress.net/index.php/ah/article/download/1755/1755 su questo serpente e molto probabilmente sarà ripreso l’argomento man mano che si faranno le analisi del DNA così da rendere possibile parlare in modo più approfondito di questa specie.
La terza specie, ovvero il terzo diamante raro che c’è qui in Sicilia, è la lucertola o, per meglio dire, le lucertole delle isole Eolie. Nelle isole Eolie si è sviluppata una specie endemica e circoscritta esclusivamente all’areale delle isole Eolie, la Podarcis raffonei.
Lucertole eoliane
Questa specie della famiglia dei lacertidi è stata riconosciuta e classificata nel 1952 dall’ertpetologo Robert Mertens. Si differenzia ad occhio dalla Podarcis siculus solo per il colore. Nonostante sia come tante altre lucertole una specie prettamente insettivora, integra nella sua dieta numerose sostanze vegetali quando d’estate le prede comuni cominciano a diminuire.
Stiamo parlando di diverse specie di lucertole, e non di una singola specie, perché questa ha formato delle piccole comunità in zone frammentate, isolate tra di loro e differenziate, formando delle sottospecie della stessa specie esistenti solo in quella ristrettissima area. Ed è così che troviamo solo e soltanto a Strombolicchio la podarcis raffonei raffonei. A scoglio Faraglione abbiamo un’altra sottospecie della raffonei ed è la Podarcis raffonei alvearioi; così nell’isola di Vulcano abbiamo la podarcis raffonei antoninoi e a scoglio La Canna abbiamo la Podarcis raffonei cucchiarai. Se andate nelle isole Eolie sappiate quindi che lì esistono queste sottospecie della Podarcis raffonei che potete trovare e vedere solo ed esclusivamente in quegli anbienti.
Per ultimo voglio parlarvi di un uccello: il grifone. L’ho voluto inserire in questa lista non perché sia raro o unico nel mondo, come le specie precedenti, ma perché era una specie ormai estinta dalle nostre parti.
Il ritorno del grifone in Sicilia
Per vedere i Grifoni in Sicilia bisogna recarci, anche in questo caso, in un’area molto ristretta e sto parlando del parco dei Nebrodi. Qui si sta effettuando da diversi anni un progetto di reintegro del Grifone ed anche ultimamente sono stati importati degli esemplari dalla Spagna. Un progetto che sta funzionando e sta avendo degli ottimi risultati in quanto la comunità di grifoni sta prosperando. A questo proposito è possibile vedere i video in diretta del nido del Grifone e del nido dell’aquila reale. Il venerdì mattina, nel comune di Alcara Li Fusi, è possibile anche vedere il pasto che viene dato ai grifoni nel carnaio, dove vengono messi scarti di macellazione che simulano un po quello che i grifoni mangiano in natura, cioè carcasse in decomposizione di animali morti che trovano.
Sono numerosi effettivamente gli appassionati di birdwatching e fotografi naturalisti che si recano in questa zona, in questa giornata particolare della settimana, per poterlo documentare e fare collezione di qualche scatto personale.
Possiamo ampliare un po’ il discorso sul perché sia stata scelta proprio quella zona della Sicilia. In questo ambiente naturale il grifone era già presente ed è l’ultima zona della Sicilia nella quale erano stati documentati; difatti questo è un progetto di reintegro del grifone. La sua estinzione tra laltro è stata causata dell’uomo che utilizzava bocconi avvelenati destinati alle volpi. Il grifone, essendo un animale spazzino, mangiava quello che trovava, compresi questi bocconi, causando la diminuzione della sua popolazione fino a scomparire del tutto. È buono e giusto che l’uomo stia adesso provando a reinserire in natura un animale così bello da andare a vedere per la funzione importante che ha in natura e anche per lo spettacolo che offre quando vola.
Una piccola curiosità che voglio aggiungere prima di chiudere il discorso è che anni fa si era fatto l’avvistamento di un avvoltoio africano che era diventato stanziale per diverso tempo, testimoniando come questo ambiente sia veramente favorevole alla reintroduzione del grifone.
Certamente di specie rare in Sicilia ce ne sono tante altre e piano piano noi del team MNature ne parleremo per stuzzicare la curiosità ed accrescere la conoscenza del mondo naturale che ci circonda.
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