La lumaca “acida” dell’isola di Vulcano

Appartiene alla famiglia Rissoidae l’Alvania acida, specie scoperta solamente nel 2023. La specie in questione sembra essersi differenziata di recente, ha infatti una storia di circa 100000 anni ed è stata trovata nella baia di Levante dell’isola di Vulcano nell’arcipelago delle Eolie.

Esemplare di Alvania acida.
Esemplare di Alvania acida.

Aspetto di Alvania acida

Si tratta di un mollusco gasteropode molto piccolo adattato alla vita in fondali bassi e acidi. Nell’articolo pubblicato sulla rivista Journal of Quaternary Science, questa nuova specie viene descritta così: “si distingue per alcune caratteristiche, in particolar modo per la conchiglia gonfia, i vortici molto convessi, con costolature assiali; deboli cordoni spirali.”

La casa dell’Alvania acida

L’isola di Vulcano fa parte dell’arcipelago delle isole Eolie a nord della Sicilia. Queste isole sono nate grazie all’antica attività vulcanica nella zona che ha generato nel tempo le 7 isole che compongono oggi l’arcipelago ovvero Vulcano, Lipari, Salina, Alicudi, Filicudi, Stromboli e Panarea e i monti sottomarini Alcione, Lametini, Palinuro, Glabro, Marsili, Sisifo, Eolo, Enarete. 

Sono isole dov’è già stato possibile scoprire nuove specie come la lucertola Podarcis ruffonei. Ci sono codizioni uniche al mondo grazie ai fenomeni vulcanici dell’isola di Stromboli ed anche dell’attività vulcanica secondaria di Vulcano. Quello che rende ancora più interessante lo studio di questi fenomeni è ciò che avviene in acqua. Avevamo già visto i batteri mangiatori di Co2 ed oggi qui incontriamo Alvania acida.

Acidificazione dei mari

Emissioni di gas ricchi di Co2 dal fondale marino.

L’ambiente nel quale è stata scoperta Alvania acida è un ambiente particolarmente acido a causa delle emissioni di Co2 liberate in mare dal fondale a causa dell’attività vulcanica. Il pH nella zona è di 5,6 il che è proibitivo per tante forme di vita e difatti A. acida fa parte di una piccola comunità di molluschi impoverita già nota ai ricercatori.

Fossili erano stati rinvenuti in un sito paleolitico affiorante di Capo Milazzo a testimonianza di come A. acida abbia subito dei cambiamenti per adattarsi al nuovo ambiente acidificato in cui oggi è stata trovata. Più precisamente parliamo dell’effetto Lilliput, quel fenomeno naturale che tende a far rimpicciolire le specie sopravvissute a grandi estinzioni di massa. Difatti gli esemplari trovati oggi hanno dimensioni ridotte fino al 24 per cento rispetto a quelle fossili rinvenute. E così oggi ci troviamo tra le mani dei molluschi millimetrici che potrebbero aiutare gli scienziati a capire anche i processi biologici dovuti all’acidificazione dei mari a causa dei cambiamenti climatici.

Ricchezza biologica

Il patrimonio biologico custodito in Sicilia è evidente. Ogni posto può essere uno scrigno da aprire alla scoperta di organismi unici e sorprendeti. Alvania acida ne è un esempio. La resistenza e la capacità di adattarsi a un nuovo ambiente difficile rendono questa piccola specie marina un gioiello di biodiversità da proteggere per evitare che vada perduta tra le risate e i selfie dei turisti.

Fonti:

Garilli, V., Reitano, A., Scuderi, D. e Parrinello, D. (2023), Alvania acida sp. nov., un nuovo gasteropode del tardo Quaternario adattato alle infiltrazioni di CO 2 marine poco profonde dell’isola di Vulcano. J. Quaternary Sci., 38: 1202-1217.

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/jqs.3548

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