La leggenda di Cariddi e la natura dietro la leggenda

“Ulisse e i suoi compagni, stremati dalla lunga navigazione, si trovarono improvvisamente di fronte a uno spettacolo terrificante. Sulle carte di Circe era stato chiaramente indicato, ma la realtà superava di gran lunga ogni immaginazione. Cariddi, con la sua gola vorticosa, inghiottiva le acque dello stretto con un fragore assordante, sputandole poi fuori con violenza. Le navi che osavano avvicinarsi troppo erano risucchiate nel suo abisso, senza lasciare traccia. Ulisse, stringendo il timone con tutte le sue forze, cercò di mantenere la nave lontana dalla portata di quel mostro marino, ma il cuore gli batteva forte nel petto, pregustando una fine tragica.”

Origini e diffusione della leggenda di Cariddi

La leggenda di Cariddi, il mostro marino che inghiottiva le navi nello Stretto di Messina, affonda le sue radici nella mitologia greca. Sebbene non esista un autore specifico a cui attribuirne la prima stesura, la figura di Cariddi compare in alcune delle opere letterarie più importanti dell’antichità, tra cui:

Omero: Nell’Odissea, il poeta greco descrive in modo vivido il pericolo rappresentato da Cariddi per Ulisse e i suoi compagni, rendendola un’icona della navigazione pericolosa.

Virgilio: Anche l’autore latino, nelle Eneidi, cita Cariddi, confermando la diffusione del mito nel mondo romano.

Per quanto riguarda la sua origine, una delle versioni più comuni narra che Cariddi fosse originariamente una ninfa, forse figlia di Poseidone e Gea. A causa di un crimine, come il furto dei buoi di Eracle, fu punita da Zeus, che la trasformò in un mostro marino e la condannò a vivere nello stretto, inghiottendo e rigurgitando le acque tre volte al giorno.

Scilla e Cariddi: un binomio inscindibile

La leggenda di Cariddi è spesso associata a quella di Scilla, un altro mostro marino che abitava la costa opposta dello Stretto. Scilla era una bellissima ninfa, trasformata da Circe in un mostro orribile con sei teste di cane. Le navi che attraversavano lo Stretto erano costrette a scegliere tra due pericoli: sfuggire ai vortici di Cariddi o alle fauci di Scilla.

Scilla e Cariddi raffigurate nella fontana di Nettuno a Messina
Scilla e Cariddi raffigurate nella fontana di Nettuno a Messina

Come è fatto il “mostro”

La descrizione fisica di Cariddi è alquanto vaga nelle fonti mitologiche, lasciando ampio spazio all’immaginazione. Questo perché Cariddi non è tanto un mostro con una forma definita, quanto piuttosto una personificazione di una forza della natura: un vortice marino gigantesco e inarrestabile. Spesso, infatti, Cariddi viene descritta come un’immensa bocca o un vortice che si apre nelle profondità del mare. Questa apertura è in costante movimento, inghiottendo e risputando grandi quantità d’acqua.

Influenza culturale di Cariddi

La credenza in Cariddi era diffusa tra i popoli antichi che vivevano lungo le coste dello Stretto di Messina. I marinai, in particolare, temevano il mostro marino, attribuendogli i violenti movimenti delle acque e i pericoli della navigazione in quella zona. Questa credenza era un modo per spiegare fenomeni naturali che apparivano misteriosi e incontrollabili, come le forti correnti, i vortici e le maree.

Ad oggi, la leggenda di Cariddi è rimasta più che altro un’attrazione turistica e un elemento caratteristico del folklore locale. Non esistono feste o ricorrenze dedicate specificamente al mostro marino, più che altro la sua figura viene spesso evocata marginalmente in eventi culturali e manifestazioni legate alla storia e alle tradizioni dello Stretto di Messina.

La natura dietro la leggenda

Se la leggenda di Cariddi ha radici profonde nella mitologia, la realtà scientifica offre una possibile spiegazione per la nascita di questo mito. Lo Stretto di Messina è caratterizzato da forti correnti marine, maree molto alte e vortici che possono raggiungere dimensioni considerevoli. Questi fenomeni naturali, particolarmente intensi in alcune zone dello Stretto, possono aver dato origine alla leggenda di un mostro marino che inghiottiva le navi.

Caratteristiche Geografiche e Oceanografiche

Lo Stretto di Messina è una profonda valle sottomarina che collega il Mar Tirreno a sud con il Mar Ionio a nord. La sua morfologia, caratterizzata da una serie di soglie e restringimenti, insieme alla differenza di densità delle acque dei due mari, determina un regime di correnti estremamente turbolento e variabile.

Turbolenze nelle acque dello stretto di Messina
Turbolenze nelle acque dello stretto di Messina

Le correnti dello stretto

Le correnti dello Stretto di Messina possono essere suddivise in due categorie principali:

Correnti di marea: Queste correnti sono indotte dalle differenze di livello del mare tra il Tirreno e lo Ionio, causate dalle maree. Si alternano correnti montanti, che scorrono dal Tirreno verso l’Ionio, e correnti discendenti, che scorrono in direzione opposta. La velocità di queste correnti può raggiungere i 6-7 nodi, creando vortici e turbolenze particolarmente intense nelle zone più ristrette dello Stretto.

Correnti di densità: Queste correnti sono generate dalle differenze di densità delle acque dei due mari, causate da variazioni di salinità e temperatura. Le acque più dense e pesanti tendono a scendere verso il fondo, mentre quelle meno dense risalgono in superficie, creando un continuo movimento verticale.

A loro volta, le correnti possono variare di intensità a causa di altri fattori esteri.

Fattori che Influenzano le Correnti

Numerosi fattori influenzano la dinamica delle correnti nello Stretto di Messina, tra cui:

Vento: Il vento può intensificare o indebolire le correnti, soprattutto in superficie.

Precipitazioni: Le precipitazioni possono modificare la salinità delle acque e influenzare la densità, alterando così le correnti di densità.

Escursioni termiche: Le variazioni di temperatura stagionali influenzano la densità delle acque e possono modificare il regime delle correnti.

Fenomeni Associati alle Correnti

Le intense correnti dello Stretto di Messina sono proprio la causa dei fenomeni naturali di notevole interesse scientifico che hanno generato i miti e le leggende citati in questo articolo.

Vortici: I vortici sono rotazioni dell’acqua che si formano in corrispondenza delle zone di massima turbolenza.

Onde di marea: Le onde di marea sono onde che si propagano lungo lo Stretto in conseguenza delle maree.

Bioluminescenza: In alcune condizioni, le acque dello Stretto possono emettere una luce bluastra, causata da microrganismi bioluminescenti.

Lo studio di questi fenomeni nello Stretto di Messina è di fondamentale importanza per numerose discipline scientifiche, tra cui l’oceanografia fisica, la geologia marina e la biologia marina. Le conoscenze acquisite su questo complesso sistema sono applicate in diversi ambiti come navigazione, ingegneria civile e acquacoltura.

Il fenomeno della bioluminescenza
Il fenomeno della bioluminescenza

Conclusioni

La Sicilia ci sorprende ancora una volta con la sua natura unica e particolare, legata indissolubilmente al mare che la circonda. Terra di antiche leggende delle quali parliamo a volte anche in questi articoli, proprio come il caso di Cariddi e dello stretto di Messina che oggi rappresenta un laboratorio naturale unico al mondo per lo studio dei fenomeni marini. Le sue correnti, caratterizzate da una straordinaria complessità e dinamismo, continuano a suscitare l’interesse di scienziati e appassionati. Una comprensione sempre più profonda di questo sistema è fondamentale per la gestione sostenibile delle risorse marine e per la mitigazione dei rischi legati ai fenomeni estremi.

fonti bibliografiche

La Violette, E. (1909). Le courant du détroit de Messine. Annales de l’Institut Océanographique, 1.

Defant, A. (1961). Physical Oceanography. Pergamon Press.

Lacombe, H. (1971). Contribution à l’étude des courants de marée et de densité dans le détroit de Messine. Annales de l’Institut Océanographique, 48(2).

Vittori, G., & Manzella, G. (1997). The Messina Strait: a natural laboratory for studying turbulent flows. Journal of Marine Systems, 12(1-2), 17-34.

Armi, L., & Owens, W. B. (1980). Turbulent flow through the Strait of Messina. Journal of Physical Oceanography, 10(11), 1793-1809.

Omero, Odissea

Virgilio, Eneidi

Grimal, P., Dizionario della mitologia greca e romana

Tusa, C., La Sicilia dei miti

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