A quanto pensano gli scienziati, la teoria più valida sull’origine della Valle del Bove è che sia ciò che resta a seguito del collasso del monte Trifoglietto, un edificio vulcanico antico, molto più grande dell’attuale Etna. L’enorme depressione creatasi è in effetti ciò che resta della vecchia caldera. 

veduta sulla valle del bove
Veduta sulla Valle del Bove dal sentiero Schiena dell’asino

Caratteristiche della Valle del Bove

Attualmente la Valle del Bove copre quasi tutto il versante orientale dell’Etna avendo una lunghezza di circa 7 chilometri ed una larghezza di 5. Le pareti ripide delle serre che la circondano sono caratterizzate da creste di materiale lavico diverso, proveniente da centri eruttivi ed assi eruttivi diversi e distinti tra loro. Ad oggi infatti si parla di teorie sulla sua origine ma non abbiamo certezze. Anche riguardo l’etimologia che è alla base del suo nome, non si sa di per certo cosa l’abbia originata, forse il fatto che nella valle pascolavano bovini.

Le serre della Valle del Bove

Il punto di dislivello più alto che troviamo nella Valle del Bove è verso i crateri sommitali rappresentato da una parete che oltrepassa i 1000 metri presso Piano del Lago a quota 2700 metri sul livello del mare.

Il sentiero Schiena dell’asino che abbiamo percorso in questa escursione, porta alla Serra del Salifizio sul cono Montagnola a oltre 2600 metri sul livello del mare. La vetta più importante lungo questo sentiero resta il monte Zoccolaro a quota 1715 metri.

La parte settentrionale è invece chiusa dalle pareti di circa 200 metri della serra delle Concazze dove le vette più importanti sono Rocca della Valle, Monte Scorsone e Rocca Capra, rispettivamente a 2700, 1600 e 1400 metri sul livello del mare.

Come raggiungere la Valle del Bove

Noi del team MNature.it abbiamo percorso il sentiero Schiena dell’asino che da accesso alla Valle del Bove e che si trova a ridosso della stazione turistica Rifugio Sapienza.

È un percorso di media difficoltà anche se non serve essere accompagnati dalle guide, dura circa 2 ore ed è affrontabile durante tutto l’anno verificando solo nei mesi invernali l’eventuale presenza o meno di neve.

Ha un piccolo parcheggio proprio, dove lasciare la propria vettura.

La prima parte del percorso ha una forte pendenza e presenta un fondo inizialmente sabbioso per poi diventare pietroso dopo il primo tornante. Si snoda in mezzo un bosco di pini dei quali possiamo godere l’ombra. Man mano che si sale è possibile osservare dei panorami favolosi che variano dai crateri Silvestri, alla città di Catania, al cratere principale fino al mar Jonio. Si arriverà tramite il sentiero ad una piana ricca di vegetazione composta da Ginestra, Saponaria, Camomilla, Tanaceto, Ginepro, Astragalo e Violetta dell’Etna.

Viola aethnensis Comunemente chiamata violetta dell’Etna

Fauna locale

La fauna presente in questa zona è composta da otto specie di pipistrelli, Volpe, Gatto selvatico, Riccio, Istrice, Martora, Donnola e Toporagno siciliano a chiudere i rappresentanti maggiori tra i mammiferi.

Abbiamo poi la presenza dell’Aquila reale, il Gheppio, la Poiana, il Falco pellegrino, l’Assiolo, il Barbagianni, il Gufo, il Corvo, la Gazza, la Ghiandaia, la Cornacchia nera e ben 2 specie endemiche: la Coturnice (Alectoris graeca whitakeri) e il Codibugnolo (Aegithalos caudatus siculus).

Un Gheppio in volo sul sentiero Schiena dell’asino

Le presenze che colpiscono di più percorrendo il sentiero sono però quella delle coccinelle e delle farfalle.

Tra queste troviamo la Cavolaia, la Vanessa del cardo, la Vanessa Atalanta, la Vanessa dell’ortica, la Lysandra e la rara ed endemica Aurora dell’Etna.

Una rara Aurora dell’Etna

Conclusioni

Visitare la Sicilia ci regala emozioni ogni volta. Sicuramente poter vedere la Valle del Bove sarà una di quelle esperienze da ricordare tutta la vita. La soddisfazione che si prova dopo la fatica per arrivarci non ha eguali. Come sempre vi invitiamo a sperimentare di persona.

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