In questo articolo parleremo di quei manufatti umani che, in determinate circostanze, vengono in possesso della natura come spazi e diventano casa per delle specie vegetali o animali. In quei casi possono essere considerati parte dell’ambiente? Ci sono alcune specie animali che hanno, come l’uomo, la capacità di modificare il paesaggio. l’esempio classico è quello dei castori che costruiscono delle dighe lungo dei corsi d’acqua e fanno allagare delle aree creando laghi, paludi o acquitrini in posti dove prima non c’erano, inondando talvolta intere valli. Quegli ambienti umidi diventano parte dell’ambiente naturale e vengono considerati, da un punto di vista naturalistico, come natura incontaminata. Stesso discorso dicasi per le termiti in Africa, dove ci sono praterie sterminate nelle quali si vedono i termitai che vanno a stravolgere completamente quello che era l’ambiente originale e anche quelli vengono considerati come parte dell’ambiente naturale. Consideriamo alla stessa maniera anche quelle modifiche ambientali importate dall’uomo? In quali circostanze l’uomo può modificare il paesaggio creando una situazione simile? E soprattutto, in Sicilia, cosa possiamo osservare e analizzare sotto questo punto di vista?
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Vediamone 5 esempi: le dighe, i ruderi cioè edifici in abbandono, le saline, i tralicci dell’alta tensione, e i relitti di navi o imbarcazioni sommerse.
Relitti, manufatti affondati
I relitti sono un po’ particolari perché diventano casa per numerose specie marine. Pensate che in molti posti del mondo si pratica lo scuttling cioè collocare deliberatamente navi in ferro bonificate su fondali sabbiosi o fangosi nella fascia costiera tra i 20 e i 100 metri di profondità, con lo scopo di ostacolare lo strascico illegale, proteggere i litorali e creare oasi di ripopolamento per tutte le specie marine. Partiamo dal presupposto che in Sicilia, essendo un isola circondata dal mare, ce ne sono davvero tanti e farne un’elenco sarebbe difficile. Tra l’altro è una tipologia di ambiente troppo circoscritta. Per vederli bisogna essere dei sub esperti, e la maggior parte di noi lettori (si, me compreso) non abbiamo la possibilità di poter fare immersione sui relitti visto che probabilmente non abbiamo il brevetto da sub. Volevo comunque segnalarne due per chi magari ha questa possibilità. Uno è il mercantile Valfiorita che si trova nelle acque di Messina (acque di messina e dello stretto in particolare molto ricche di relitti). Il Valfiorita è sicuramente un relitto bello da andare a vedere, una motonave da 6200 tonnellate convertita a uso militare, affondata da un siluro britannico nel 1943 e che ora si trova a circa 60-70 metri di profondità di fronte l’abitato di Mortelle. Adesso è casa di banchi immensi di cernie e dentici come potreste vedere tramite qualche foto o video trovati su internet. L’altro relitto che volevo segnalarvi è il cargo inglese Lanischen del 1885, affondato dopo avere urtato degli scogli nei pressi di Panarea nell’arcipelago delle isole Eolie e che adesso si trova nella zona di Lisca Bianca intorno ai 45 metri di profondità. La particolarità di questo relitto è che, essendo le acque delle isole Eolie e molto ricche di biodiversità, ci presenta un’esplosione di vita. Troviamo anche qui dentici e cernie ma anche barracuda, occhiate, saraghi, salpe, spugne, coralli rossi, insomma è veramente un esplosione di vita e colori.
Come i castori: le dighe
Passiamo alla seconda tipologia di ambiente ovvero le dighe. Le dighe sono sbarramenti su corsi d’acqua che creano dei laghi dove prima non c’erano. Dato il costante bisogno di riserve d’acqua da destinare sia a scopo agricolo, sia per alimentare gli acquedotti delle città, in Sicilia c’e ne sono diverse. ll più grande lago formato da una diga in Sicilia è il lago Pozzillo con una capacità di 150 milioni di metri cubi d’acqua. Si trova in provincia di Enna nei pressi della località di Regalbuto. Il lago Pozzillo è diventato una piccola perla non solo per il servizio reso alla comunità grazie all’acqua ma soprattutto per ciò che interessa a noi e cioè la biodiversità che ha attirato. Ovviamente è casa di numerosissime specie di uccelli legati alla vita acquatica nonché di specie ittiche che si trovano raramente in altre parti della Sicilia, in particolar modo il Persico reale che si trova davvero in pochissime altre zone. Come avifauna segnaliamo sicuramente aironi, gabbiani, cormorani, alzavole, nitticora, moriglione, martin pescatore e tante altre specie di anatidi. Considerando che attorno ad esso si è formato un bosco di eucalipto dobbiamo espandere il discorso includendo quelle specie di mammiferi, uccelli e altri organismi animali e vegetali che abitano quel tipo di ambiente.
Saline
Il terzo tipo di manufatto che analizziamo sono le saline. Sono ambienti che ricordano vagamente i grandi laghi salati africani e succede che tante specie migratorie, una su tutte il fenicottero, trovano in questi posti degli ambienti favorevoli nei quali sostare o anche svernare come avviene ad Augusta. Prendiamo però l’esempio delle saline di Trapani perché hanno una unicità inerente alla flora grazie ad una specie di pianta parassita che si chiama Fungo di Malta e che esiste solo lì, in alcuni punti della Basilicata, della Sardegna e da nessun’altra parte d’Italia. Riguardo la fauna oltre i fenicotteri ci sono spatole, aironi, falchi di palude, martin pescatori, cavalieri d’Italia, fraticelli, fratini, calandrelle, ma stare qua ad elencare le oltre 200 specie registrate diventa impossibile.
Un posto dove fare il nido
La quarta tipologia di ambiente in cui dei manufatti umani diventano casa per alcune specie, sono quelle zone pianeggianti senza alberi, in particolar modo mi riferisco a quelle nella piana di Gela e nella piana di Catania, dove ci sono i tralicci dell’alta tensione sui quali nidificano ad esempio le cicogne. Percorrendo con l’auto la statale 417 e arrivando nei pressi di Gela, dove c’è la colonia di cicogne più grande d’Italia con quasi 40 coppie, si vedono i tralicci con i nidi praticamente a bordo strada. Potete vedere facilmente le coppie con i pulcini durante il periodo primaverile e estivo.
Nuovi inquilini per vecchi edifici
L’ultimo tipo di manufatto che vediamo sono ruderi di edifici, specialmente antichi casolari e abitazioni di campagna, abbandonati e che diventano a casa per dei rapaci notturni. Soprattutto quelli che si trovano nelle vicinanze dei boschi diventano casa dei barbagianni, confermando persino una il brano biblico su Babilonia nel quale veniva detto che nelle rovine avrebbero abitato per l’appunto i barbagianni.
E i giardini?
Un accenno extra che voglio fare non rientra in questa lista perché non si tratta di ambienti in abbandono tornati alla natura ma posti che tuttora vengono vissuti quotidianamente dalla comunità di ogni singolo paese. Sto parlando dei giardini pubblici ed il più grande in Sicilia è quello di Caltagirone. I giardini pubblici sono simili ai relitti, di cui abbiamo parlato all’inizio, perché si trovano talvolta nei centri storici urbani dove attorno ci sono solo abitazioni. L’assenza un un ambiente naturale le rende delle piccole oasi per centinaia di specie di uccelli che trovano casa tra i tra gli alberi di questi giardini, nonché, farfalle, insetti in generale ma anche piccoli mammiferi come topi e scoiattoli. Perciò anche i giardini pubblici li facciamo rientrare in questo argomento, sta ora a voi scegliere cosa andare a vedere.