Una nuova specie di rana, fin’ora sconosciuta alla scienza, è stata scoperta e classificata nel cuore della foresta Amazzonica di Loreto in Perù. A fare la scoperta è stato un team di ricerca internazionale formato da ricercatori dell’Istituto Peruviano di Erpetologia di Lima con al collaborazione degli statunitensi del Keller Science Action Center – Science & Education di Chicago e dell’Università Internazionale della Florida ed anche del team colombiano dell’Istituto Amazzonico di Investigazione Scientifica “SINCHI” di Bogotá. Si tratta della Synapturanus danta. Questa nuova specie di rana tropicale, lunga poco meno di 18 millimetri, al momento della sua scoperta si trovava in una torbiera nei pressi del fiume Putumayo.
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Una rana con la faccia da tapiro
Le caratteristiche che spiccano subito all’occhio sono senza dubbio la colorazione che ricorda una glassa al cioccolato e il profilo della testa che somiglia molto ad un tapiro, tanto che il nome “danta” usato per classificarla è in realtà il nome comune del tapiro in lingua peruviana. Si sà che ha abitudini fossorie, cioè scava la sua tana nel terreno morbido diventando più attiva quando piove. Si conosce comunque ancora poco di questa specifica specie.
Una famiglia di rane tropicali
Con questo nuovo ritrovamento, la famiglia Synapturanus arricchisce la propria classificazione tassonomica raggiungendo le sette specie riconosciute. Le rane del genere Synapturanus vivono nella foresta pluviale e sono animali notturni che si trovano, come dicevamo prima, nelle torbiere, cioè le lettiere di foglie nei terreni morbidi di ambienti umidi. Queste aree umide formano un habitat variabile in base alla stagione. Sono molto ricchi di acqua piovana nei periodi più piovosi e invece diventano ambienti molto aridi quando le precipitazioni sono scarse.
A causa di questo le Synapturanus diventano più attive con l’arrivo della pioggia, al quale scavano le loro tane e possiamo anche sentirle gracidare. Le uova vengono deposte non in acqua ma in una piccola tana scavata appena sotto la superficie del terreno.
Che bella scoperta! Chissà quante altre specie si devono ancora scoprire