Il nome della riserva di Pantalica rivela già la peculiarità fondamentale che deriva dalla storia di questo posto. Deriva dall’arabo “buntarigah” che significava proprio fossa, grotta, ed infatti proprio qui ci sono circa 5 mila tombe scavate nella roccia rendendola la necropoli più grande d’Europa.

La conformazione del suolo è formata principalmente da roccia calcarea bianca tenera che è stata scavata dai corsi d’acqua a formare queste valli a “V”.

La conformazione a V delle valli di Pantalica
Valle a V di Pantalica scavata dal fiume Anapo

Ci sono due torrenti: l’Anapo e il Calcinara che formano le valli che siamo andati a vedere in questa escursione. Nella valle dell’Anapo si formano dei laghetti, le classiche piscine d’acqua cristallina, conosciute anche dai turisti, dove si viene a rinfrescarsi (anche se teoricamente non sarebbe possibile). La riserva attraversa un’area abbastanza vasta abbracciando principalmente il territorio di tre comuni che sono Ferla, Cassaro e Sortino. La flora di questo posto è composta principalmente dal Platano orientale che è la specie caratteristica del luogo, abbiamo visto molte piante di Oleandro, Salici, Alaterni, Pioppi neri e Roverelle in grandi quantità come in tante altre parti della Sicilia. Anche la fauna è abbastanza varia essendoci diversi biotipi ambientali e il fatto che le acque siano talmente trasparenti e cristalline rende possibile osservare benissimo anche le specie acquatiche presenti. Ci sono due specie di trota: la macrostigma che è la trota siciliana e la trota fario; ci sono poi le tinche, le anguille e i granchi di fiume. In questo ambiente fluviale è presente anche la Emis trinacria, una tartaruga aquatica autoctona, ci sono anche la testudo hermanni così come due specie di lucertola, il Colubro leopardino, il Biacco e le bisce d’acqua. Interesse particolare lo diamo anche nel sottolineare le specie che compongono l’avifauna dove spiccano sicuramente l’Aquila del Bonelli e il Falco pellegrino che sono i rappresentanti del gruppo dei rapaci che prima era molto più presente in molte più specie. Abbiamo visto un po’ di anatidi e lungo il corso del torrente, dove l’acqua rallenta, è il regno della Gallinella d’acqua che nidifica qui lungo i canneti e tra le fronde degli alberi che sfiorano l’acqua. Ci sono poi le classiche specie da bosco come Ghiandaia e Upupa e si è registrata, durante il periodo della migrazione, la presenza della Gru così come della Cicogna.

Il percorso di Pantalica

Il tour del nostro team è passato da quello che era il vecchio percorso ferroviario che arrivava fino alla stazione “Pantalica necropoli”, continuando a a risalire il fiume da Sortino verso Ferla, fino a raggiungere un altro laghetto più profondo rispetto agli altri. Il percorso è un po’ faticoso sotto il punto di vista fisico perché c’è da camminare parecchio e ci sono anche dei dislivelli abbastanza importanti da superare, però è un’area che viene curata bene e i tracciati sono sono sempre puliti e tenuti abbastanza bene. Sopratutto nel tratto di sentiero che collega il fiume Anapo con l’ingresso della riserva da Sortino c’è un po di pietrisco e conviene avere delle scarpe da trekking o comunque delle calzature comode. Un consiglio valido è quello di telefonare alla forestale prima di recarci qui, specialmente nel periodo estivo, perché a causa degli incendi potreste arrivare e trovare la riserva chiusa.

La grotta dei Pipistrelli e il Calcinara

Sul percorso che porta al torrente Calcinara c’è la grotta dei pipistrelli dove potete vedere diversi di questi mammiferi alati appesi alle volte della stessa. Si può entrare fino alla prima stanza perché il resto della grotta è chiuso. Questa è la più grande grotta carsica presente qui ed è anche questa ben segnalata e facilmente raggiungibile.

Un pipistrello appeso nella volta della grotta dei pipisrelli all'interno della riserva di Pantalica
Pipistrello appeso alla volta della grotta dei pipistrelli di Pantalica

Ultimo appunto lo facciamo sullo spettacolare percorso del torrente Calcinara che è possibile percorrere per intero, dalla sorgente all’unione con l’Anapo, in poche ore. Ha dei brevi tratti da fare a nuoto ma non è molto difficile se sopportiamo la bassa temperatura dell’acqua. Portatevi però le scarpe da scoglio!

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